Scorci dalla bellezza devastante, ampi orizzonti in cui navigare con gli occhi e col cuore, il mare cristallino che si estende sino all’orizzonte e risorge nel cielo, il sole che tramonta e albeggia sfumando tutto in tonalità così forti, così dense, che sembrano davvero dipinte da un pittore ultraterreno.
Taranto offre queste scenografie a tutti coloro i quali decidono di farsi una passeggiata per le sue strade. Ma immaginate che adrenalina e carica muscolare può darvi correre, mantenendo il vostro standard di velocità, mentre alla destra il Mar Jonio si propaga a dismisura?
Immaginate che carica sia quella di osservare i forti bastioni del Castello Aragonese che si congiungono all’Isola Madre. Provate a pensare che piacevolezza sia correre e nel frattempo fissare un nugolo di gabbiani che si stagliano contro l’alba rosata che incombe oltre il Punta Penna.
Il fatto che Taranto ospiterà i futuri Giochi del Mediterraneo nel 2026 è un segnale importante per il futuro stesso della città. Il Sail GP del 2021 è stata un’altra pietra fondamentale per pavimentare la Taranto che verrà.
Ma al netto delle squadre sportive locali, delle manifestazioni che si sono svolte e si svolgeranno a Taranto, c’è un fatto morfologicamente innegabile: Taranto è praticamente una pianura costante, si estende in lunghezza, diventando dunque una pista senza soluzione di continuità per chiunque ami il running.
Perciò ci teniamo a consigliarvi alcuni itinerari che coniughino funzionalità del terreno e del circuito ai vostri obiettivi sportivi, alla bellezza mozzafiato per gli occhi. Perché fare sport deve significare anzitutto godersi il tempo che dedichiamo al nostro corpo.
Il primo circuito è un grande classico di Taranto: il Lungomare.
Proprio di fronte al nostro b&b troverete il riferimento della Torre D’Ayala, punto di partenza (o d’arrivo) e proseguendo in direzione nord verso il Borgo Umbertino potrete correre ad ampie falcate per ben tre chilometri, sino al giro di boa in Corso Due Mari angolo con via Roma, dove vi consigliamo di fermarvi qualche minuto scendendo a piedi la scalinata della Rampa Da Vinci per poter godere di una vista meravigliosa a ridosso del Canale Navigabile.
Durante i 3000 metri del circuito, potrete apprezzare la vista del Mar Grande, le navi che ne solcano le acque, gli esempi di fulgida architettura come la Rotonda e il Palazzo della Prefettura, senza dimenticarvi del magico Ponte Girevole e del Castello Aragonese inamovibile.
Una linea retta che non conosce attraversamenti di macchine, se non qualche sporadico accesso a delle pompe di benzina. Pavimentazione ideale, visto il rifacimento recente della pista ciclabile da circa metà percorso in poi.
Correndo lungo “La Ringhiera” potreste accusare una leggera sindrome di Stendhal per l’eccesso di bellezza del panorama.
Il Mar Grande vi sembrerà infinito come il tempo. Non sentirete nemmeno il passaggio di auto e mezzi di trasporto urbano, perché sarete rapiti dalla bellezza dell’Isola Madre di Taranto. Questo circuito, di ben 2,5 chilometri, consiste nell’attraversare dal fianco esterno la Città Vecchia, in senso orario: Ponte Girevole, costeggiamo il Castello Aragonese, passiamo davanti a Palazzo di Città e proseguiamo sino al Ponte di Pietra, tappa intermedia che segna il proseguimento della corsa. Da qui, cambiamo scenario: il mare da Grande diventa Piccolo, laguna dolce ai pescatori e ai mitilicoltori che incontrerete nel percorso. Le narici saranno invase da iodio e odore di nasse addugliate.
Disclaimer tecnico: il percorso della “Ringhiera” è stretto, quindi occorre considerare che negli orari di punta si potrebbe trovare più di un collega runner incanalato nella stessa direzione nostra.
Avete macinato già i due percorsi del Borgo Umbertino? E allora andiamo a darci una scossa con un circuito alternativo!
Raggiungete via Acton, anche in macchina, lasciate il mezzo e da lì seguite il percorso che vi congiungerà alla cosiddetta “via del Pizzone”, la strada che passa sotto il famigerato e lunghissimo Ponte Punta Penna. Vi sembrerà di non essere a Taranto, ma in qualche sentiero sconosciuto di una terra di frontiera. Fronde degli alberi dense e fitte, il rumore lontano delle macchine, e poi vi si aprirà di nuovo davanti agli occhi il tappeto blu della vita, il Mar Piccolo. Da lì potrete proseguire lungo via della Tarantola, e completare il percorso arrivando all’altezza dello svincolo che vi potrebbe riportare nel mondo reale.
Ma voi non mollate, e andate ancora più forte, tornando indietro sino a via Acton, alla vostra auto parcheggiata. Godetevi il silenzio.
Disclaimer tecnici: essendo una strada adibita comunque al transito di veicoli, cercate di mantenere un’andatura composta e attenta.
Qui vi occorrerà necessariamente prendere la macchina. Ma ne varrà la pena, perché godrete della vista di Taranto da una prospettiva completamente diversa, quella della Circummarpiccolo.
Ma come, direte voi, ma ‘sto Mar Piccolo lo abbiamo già visto!
Sì, ma da una sponda, quella che tocca la città. Non da quella che osserva e ammira Taranto in lontananza.
Lasciate la macchina sulla SP78, la cosiddetta Circummarpiccolo, all’altezza del Santuario dei Marinai Dispersi in Mare, un luogo incredibilmente sottovalutato di Taranto, in cui vivono e convivono diverse attività di mitilicoltura. Da lì, semplicemente seguite la mezzaluna d’asfalto che si dipanerà davanti a voi. Sarà un viaggio incredibile. Sono soltanto 1500 metri sino al convento dei Battendieri, zona fiume Cervaro, ma proverete una pace e una serenità indecifrabili, correndo qui. Le ‘zzoche (i pali) delle cozze, il mare placido e compatto, gli sterrati ingialliti dal sole.
Che cosa dirvi di più? Allacciatevi le scarpe e partite!
Fate come i Peripatetici: sfogatevi!
Se non vi bastassero i giri della Città Vecchia, o del Lungomare, e sentite i muscoli ancora carichi ma percepite la necessità di svariare a livello iconico come scenografia da osservare, potrete sempre entrare nella villa comunale, la Villa Peripato, e godere del chilometro scarso di circuito immerso negli alberi ormai secolari.
Unico nodo di attenzione: la pavimentazione della villa peripato, essendo storica, è fatta spesso di vecchi lastroni di chianche che potrebbero risultare scomode per un’andatura convinta.